Sara, al settimo mese di gravidanza e ormai lontana dall’ex fidanzato, vive da sola questa nuova fase. Tamila, solare e premurosa, ha nostalgia della sua Russia ma in Italia ha trovato il grande amore, con il quale ha costruito una splendida famiglia. Valeria, giornalista precaria, è appassionata e sicura di sé, ma inizia a soffrire la sua condizione di single e si rifugia nelle braccia di un uomo sposato. Betty è una fotografa che per pagare l’affitto lavora come cameriera e che, inaspettatamente, si scopre innamorata di una ragazza. Quattro trentenni in corsa verso i quaranta, dalle esistenze variamente intrecciate, che vedono mutare il proprio “essere donna” e devono fare i conti con le inquietudini proprie del sentimento amoroso. Ognuna di loro ha un cuore grande e un bagaglio di sofferenze che non le impedisce di mantenersi aperta all’amore, all’amicizia e alla cura dell’altro. Perché non importa quante lacrime abbiano già versato quegli occhi struccati, o quanti castelli in aria siano già crollati: una donna saprà sempre ritrovare il sorriso e andare avanti.
Black Fears Matter! Viaggio nel black horror contemporaneo – Dikotomiko (Les Flâneurs)
Provocare paura è l’obiettivo del cinema horror. E la storia dei neri d’America è una storia dell’orrore: dallo schiavismo alla segregazione, dal Ku Klux Klan alla brutalità della polizia. Un fardello di violenze perpetuate nei secoli. Persino al cinema, dove i ruoli a loro tradizionalmente concessi sono quelli stereotipati del servo sciocco e della prostituta, della macchietta e del selvaggio, fino al più classico dei cliché: il nero muore sempre per primo. Bisogna attendere gli anni Ottanta, pur fra mille contraddizioni, per iniziare a guardare l’orrore come una possibilità di cambiare il mondo. Perché se mostri e bambole assassine sono puro spettacolo, e la paura vera è fuori dallo schermo, il black horror – quello cioè scritto, girato o recitato da persone di colore – può e deve essere cinema politico e farsi strumento di lotta al pari di movimenti come Black Lives Matter. È tempo di allargare la prospettiva e riprendersi il proprio posto nell’immaginario. È tempo di intrattenimento militante: spaventarne uno per educarne cento.
Dialoghi con l’Es – Antonella D’Eri Viesti (Les Flâneurs)
Mia è una scrittrice, una donna libera, curiosa, sempre alla ricerca della bellezza. Roberto è un creativo, un uomo libero, un viaggiatore che non smette mai di sperimentare. Insieme percorrono un tratto di strada, l’uno accanto all’altra ma lontano dagli schemi delle relazioni convenzionali, dai condizionamenti dell’Ego e dai retaggi del Superego, cercando invece di vivere l’amore come un mezzo per espandersi. Ma l’Es non sempre è allineato con i nostri piani, e persino due anime libere e affamate di vita come Mia e Roberto dovranno fare i conti con le rispettive pulsioni e contraddizioni. Quali sono dunque i confini di un sentimento assoluto? Fin dove può spingersi, l’essere umano, nella sua ricerca di perfezione?
Un istante qualunque – Valentina Perrone
“La vita è quello che ti capita mentre, alzando gli occhi al cielo, ti rendi conto che niente è mai stato così al suo posto, nei suoi colori, nei suoi misteri. E, in un istante qualunque, comprendi che tutto, nonostante tutto, è un incastro necessario. Un intreccio inevitabile di vite, di storie, di anime”.
Serena ed Emanuele erano fatti l’uno per l’altra. Ma quando lui ha accettato una prestigiosa offerta di lavoro negli Stati Uniti, e lei ha deciso di restare nella sua amata Lecce, entrambi hanno rinunciato al loro amore. Tre anni dopo, sullo sfondo di una Milano ultramoderna e quanto mai suggestiva nel periodo natalizio, il caso li mette faccia a faccia con un passato mai davvero archiviato e con un presente ben lontano dalla rispettiva idea di felicità. Per riprendersi il futuro tanto sognato dovranno mettere in discussione ogni scelta fatta nel frattempo e affrontare tutto ciò che la vita consegnerà loro, fino a tramutarne per sempre i destini.
A due passi dal gran giorno – Enrica Oteri (bookabook)
Stefy è una donna romantica che fin da bambina sogna di indossare l’abito bianco e vivere un matrimonio da favola. Marco, dal canto suo, vive diversamente l’idea del “per sempre”. E quando, dopo una lunga attesa, arriva anche per loro il momento del grande passo, la diversa gestione delle emozioni e dei preparativi metterà in luce non solo le differenze tra i due futuri sposi, ma soprattutto quelle fra uomini e donne. Forse è proprio questa diversità che ci attrae così tanto l’un l’altro. D’altronde, con un po’ d’ironia è più divertente mettere a confronto i due punti di vista e prendersi un po’ in giro, no?
Ragioni – Paolo Rossetti (bookabook)
Un vichingo che deve decidere se salvare suo figlio nonostante il crimine che ha commesso.
Un baby boomer che riflette sulla pervasività dello Stato e delle nuove tecnologie, e poi si perde in conversazioni immaginarie con un pittore fiammingo.
Un misterioso narratore che esamina la propria percezione di sé e del mondo, nel tentativo di scoprire la sua vera natura.
Un’estroversa e un introverso alle prese con un amore difficile.
Ognuno ha le proprie ragioni, in base alle quali agisce. Ma sono davvero espressioni di volontà, oppure sono frutto dell’inconsapevolezza? Smarrendo i presupposti, rimangono le conseguenze che ci trasformano in eroi, persecutori, vittime o persone comuni, purtroppo ignari e in balia di un destino inevitabile. Il filo conduttore è l’obiettivo, più o meno manifesto, di scongiurare la normalità.
People are strange. Un poeta di nome Jim Morrison – Riccardo Lestini (Les Flâneurs)
Re Lucertola, sciamano, sex symbol. Aspirante regista e attore, artista decadente e trasgressivo viveur. Vocalist e anima di una delle più grandi rock band della storia, messia lisergico dei turbolenti anni Sessanta. Ma soprattutto, poeta. Tra i mille volti di un personaggio così iconico da sembrare romanzesco, infatti, il leitmotiv è la sensibilità poetica. Seguendo dunque la cronistoria della sua brevissima e incendiaria parabola artistica ed esistenziale, che interseca quella dei Doors, questo saggio indaga la scrittura di James Douglas Morrison, fra testi musicali, poemi, appunti e spoken word. Opere dotate di un proprio immaginario, di stilemi e topoi che, al di là dei rimandi a una certa letteratura – da Blake e Rimbaud fino alla beat generation –, ne fanno a tutti gli effetti una voce folle e geniale, seppur troppo spesso ignorata, della letteratura americana contemporanea.
DeLorean Café. Interviste impossibili per mondi possibili – AA.VV. a cura di Doriana Tozzi (Les Flâneurs)
Cos’hanno in comune Cecco Angiolieri e Alfred Hitchcock? E Maria Montessori cos’ha in comune con Louisa May Alcott o Nora Ephron? E tutti loro cosa c’entrano con Nietzsche? La risposta è nel DeLorean Café, il bistrot immaginario/macchina del tempo che ha concesso a venti intervistatori del presente di dialogare con altrettanti celebri pensatori del passato, tra scrittori, registi, filosofi, poeti e personaggi storici. Assumendo un aspetto sempre diverso e caro all’intervistato di turno – dal salottino ottocentesco del Leopardi al patio della casa colombiana di Gabriel García Márquez –, questo luogo magico diviene teatro di un confronto talvolta ironico e dissacratorio, talvolta emozionato e adorante, ma sempre permeato da una leggerezza che rende immediato l’accostamento di inquietudini e speranze vecchie e nuove. Con l’idea, sempre viva tra le righe, di poter attingere al pensiero dei grandi per poter trovare oggi la propria strada.
Nottambuli a cena – Otello Marcacci (Les Flâneurs)
Sull’orlo del fallimento e con la minaccia di un procedimento penale sulle spalle, Luca Migliorini pensa al suicidio, l’ultima possibilità che gli resta per salvare il posto di lavoro dei suoi dipendenti grazie ai soldi dell’assicurazione. Un giorno però riceve un’offerta, concreta quanto agghiacciante, che lo fa vacillare. Comincia così un viaggio a doppio binario nella sua coscienza e in quella comune, che si sostanzierà nel viaggio reale verso un Meridione sconosciuto e perturbante. Nel frattempo, infatti, l’imprenditore accetta di farsi carico di Tommaso, sfortunato ragazzino che dovrà accompagnare dal padre naturale. Assieme a lui ci saranno i suoi amici storici, ognuno dei quali dovrà affrontare traversie non meno torbide e interrogare la propria morale per strappare dal caos risposte salvifiche. Ma esistono poi davvero o è invece impossibile una soluzione univoca e valida per tutti?
Le grandi decisioni prendetele senza pensarci troppo

«Più due alternative sembrano altrettanto attraenti, più può essere difficile decidere ma, al tempo stesso, la scelta conta di meno». 🔮
È il paradosso di Fredkin, secondo cui le grandi decisioni della vita andrebbero prese allo stesso modo in cui si prendono le decisioni quotidiane: senza pensarci troppo, affidandosi un po’ all’istinto e un po’ al caso. Insomma, se tutte le scelte ci attirano allo stesso modo e non riusciamo a eliminare i nostri dubbi pensandoci ancora un po’, allora la scelta finale non è poi così importante.
Ci avete mai pensato? Per quanto mi riguarda, da quando ho avuto modo di conoscere questa teoria qualcosa è scattato nella mia mente: quasi di colpo ho smesso di scegliere la calma, la cautela, la riflessione portata all’estremo che puntualmente si esauriva in se stessa. In effetti, prima di quel momento non ho fatto che comportarmi come l’asino di Buridano, che si trova alla stessa distanza tra il fieno e l’acqua, ha fame e sete ma non riesce a prendere una decisione e finisce per morire di fame e di sete.
«Il paradosso nasce da questo: ci arrovelliamo e ci agitiamo tanto nell’inutile speranza che sia sufficiente per prevedere il futuro. Nel peggiore dei casi finiamo per scartare le opzioni che potrebbero essere giuste e scegliamo quella sicuramente sbagliata: la paralisi». 🥀
Quando ho scelto di cambiare e ho preso prima una, poi due, tre decisioni drastiche senza dar modo alla paura di radicarsi, è successo qualcosa di magico. L’istinto e una certa dose di incoscienza finalmente si sono presi il proprio spazio – quello che avevo sempre negato loro – e hanno dato un’accelerata al tempo, dandomi al contempo la sensazione di averne “recuperato” molto e rendendo tutto molto più interessante.
Conclusione? Saltare nel vuoto è difficile e spaventoso, ma è sano, è necessario… e dopo un po’ diventa divertente. Se uno ci pensa troppo, quel salto non lo fa. Ma che spreco.
** In foto: Grotte di Ripalta, Bisceglie (Puglia)
Letture consigliate
Il deserto dei tartari, Dino Buzzati
Stoner, John Williams
Gli indifferenti, Alberto Moravia